Per molti Enzo Jannacci era lo schizzato cantautore di celebri canzoni come “Vengo anch’io” o “Messico e nuvole”. Ma dietro una originaria maschera di gioioso saltimbanco, venne fuori col tempo l’anima vera del musicista, artista a tutto tondo, sempre diviso fra la professione di medico e la vita artistica, divisa fra cinema, musica, teatro e pubblicità. Ma soprattutto emerse col tempo la profonda umanità dei personaggi delle sue canzoni, dal barbone che portava le scarpe da tennis al telegrafista disperato per aver perso il suo amore, dal palo della banda dell’Ortica al ragazzo padre costretto a chieder la carità, dal soldato semianalfabeta schedato terrone a quel Mario la cui domenica arrivava sempre in ritardo, dalla Vincenzina che guarda la fabbrica alla piccola Natalia con la valvola del cuore messa dalla parte sbagliata. Una sterminata galleria di storie e personaggi che fanno di Enzo Jannacci un vero maestro di umanità. La sua Milano dovrebbe dedicargli un intero quartiere e ogni strada potrebbe avere il nome di una sua canzone. Il GEP, Gruppo Educhiamoci alla Pace, gli dedica una serata, uno stimolo per tutti a riscoprire lo spirito di questo piccolo grande genio della canzone italiana.
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